Domenica, 03 Marzo 2024 11:30

È discriminatorio il licenziamento del disabile per superamento del periodo di comporto

La Cassazione, Sez. lavoro, si è pronunciata sulla legittimità del licenziamento intimato nei confronti di un lavoratore portatore di disabilità in caso di superamento del comporto.
Con sentenza n. 9095 del 31/03/2023 la Corte, aderendo alla giurisprudenza UE in materia, ha statuito che l’applicazione dell’ordinario periodo di comporto al lavoratore portatore di handicap, e dunque il successivo licenziamento per superamento di tale periodo, rappresenta una discriminazione indiretta, in quanto comporta una disparità di trattamento indirettamente basata sulla disabilità.
È evidente, infatti, che un lavoratore disabile, rispetto ad un lavoratore non disabile, è soggetto a un rischio maggiore di accumulare giorni di assenza per malattia e, pertanto, di raggiungere i limiti massimi previsti dalla normativa in materia.
Di conseguenza, l’applicazione di un periodo di comporto breve, lo stesso previsto per i lavoratori non disabili, costituisce condotta datoriale indirettamente discriminatoria e perciò vietata. La discriminazione opera in maniera oggettiva ed è irrilevante l’intento soggettivo dell’autore: più precisamente, a differenza del motivo illecito, essa opera obiettivamente, ovvero in ragione del mero rilievo del trattamento deteriore riservato al lavoratore, in conseguenza della sua appartenenza alla categoria protetta, e a prescindere dalla volontà illecita del datore di lavoro.
Questo non significa che un limite massimo in termini di giorni di assenza per malattia del lavoratore disabile non possa o non debba essere fissato: una simile scelta discrezionale del legislatore o delle parti sociali per quanto di competenza, può integrare, come ricorda anche la giurisprudenza UE, una legittima finalità di politica occupazionale. Tuttavia, tale finalità dev’essere attuata con mezzi appropriati e necessari, e soprattutto proporzionati. Pertanto, la considerazione dell’interesse protetto dei lavoratori disabili postula l’individuazione di soluzioni ragionevoli per assicurare il principio di parità di trattamento dei disabili.
Pertanto, nella misura in cui la previsione del comporto breve viene applicata ai lavoratori disabili e non, senza prendere in considerazione la maggiore vulnerabilità dei lavoratori disabili ai fini del superamento del periodo di tempo rilevante, la loro posizione di vantaggio rimane tutelata in maniera recessiva.